Molti appassionati di Koi sanno che l’ uso del sale da cucina ha numerosi effetti benefici sui pesci d’acqua dolce, non ultima un’attività marcatamente antiparassitaria e il miglioramento delle condizioni di salute.
Alcune persone tengono il laghetto sotto un costantemente basso livello di sale, altri ne aggiungono bassi dosaggi durante l’inverno per aiutare i pesci a sopravvivere ai mesi più freddi.
Il sale ha altri usi oltre quello antiparassitario, ad esempio una riduzione dell’avvelenamento da ammoniaca e nitrito.
Per comprendere come il sale eserciti i suoi effetti sulla salute dei pesci e sui parassiti è necessario rispolverare i concetti biologici della diffusione e dell’osmosi.
La DIFFUSIONE è definita come il movimento di un soluto (sostanza dissolta in un liquido) attraverso una membrana semi-permeabile da una regione ad alta concentrazione ad una a bassa concentrazione.
L’OSMOSI è definita come il movimento di un solvente (per esempio acqua) attraverso una membrana semi-permeabile verso una regione ad alta concentrazione di soluto da una regione a bassa CONCENTRAZIONE di soluto.
I pesci d’acqua dolce possiedono fluidi organici a relativamente bassa concentrazione di sali, tuttavia l’acqua dei laghetti ne è ancora più povera si sali. Quindi ciò che accade è che l’acqua tende ad entrare nel pesce attraverso membrane semi-permeabili rappresentate dalle branchie e dall’intestino. Non solo l’acqua tende ad entrare nel pesce ma gli ioni attraverseranno le branchie per diffusione. Il pesce quindi alterna ingresso di acqua a perdita di sali essenziali per la vita. Se questo sistema smettesse di funzionare il pesce morirebbe.
I pesci d’acqua dolce hanno elaborato un sistema per affrontare questi evenienze: essi hanno dei reni altamente efficienti in grado di espellere velocemente l’acqua entrata. Come reazione alla perdita di sali i reni operano, inoltre, un riassobimento di sali dall’urina. Le branchie trattengono sodio in cambio di ioni idrogeno, e ioni cloro per ioni bicarbonato. In tal modo assorbono sale dall’ambiente circostante e rilasciano ioni non necessari dal sangue. Sia gli ioni idrogeno che quelli bicarbonato abbassano i valori del Ph se accumulati.
Il nome del meccanismo che presiede al mantenimento dei sali nel corpo è chiamato OSMOREGOLAZIONE.
Una soluzione di sale che abbia la stessa concentrazione di quella dei fluidi corporei del pesce è definita ISOTONICA e corrisponde ad un valore di 0,9%. Una soluzione di sale che sia più concentrata è definita IPERTONICA, ed una a minor concentrazione è definita IPOTONICA.
Se una Koi è posta in un bagno di sale ipotonico (ad esempio 0,3%) permanentemente tutto l’anno oppure solo durante l’inverno, il gradiente di concentrazione tra il pesce e l’acqua è così ridotto. Conseguentemente l’entrata di fluidi e l’uscita di sali sono diminuiti. Ciò fa sì che venga meno la malattia o lo stress sul pesce. Questo livello di sale promuove la produzione e secrezione di muco dalle cellule specializzate. Il muco fornisce una barriera protettiva contro i parassiti ed i batteri ed aiuta ad affrontare le rigide temperature invernali. Questo livello di sale tuttavia è innaturale per le Koi poichè esse hanno sviluppato un sistema efficiente per affrontare la vita in acqua dolce.
Le Koi che hanno perso scaglie, o presentano ulcere o altri danni sulla loro pelle devono essere poste in un liquido isotonico. Questo crea un bilanciamento tra i fluidi ed i sali del corpo con quelli dell’ambiente circostante. Si evita quindi l’ingresso di liquidi e la perdita di sali dalla ferita. Quando la ferita guarisce la concentrazione di sale deve essere gradualmente diminuita fino a completa eliminazione del sale nella soluzione.
Se una Koi è posta in una soluzione di sale debolmente ipertonica si verifica una reazione fisiologica per la quale il pesce interrompe l’ingresso di acqua e l’uscita di sali. Si verifica inoltre una stimolazione metabolica, così il risultato di questo bagno ipertonico prolungato è quello di un miglioramento della salute. La protezione data da questo livello di sale è eccellente per la malattia del pesce e talvolta è usato durante il trasporto del pesce. La durata del bagno salato non deve eccedere le 12 ore con un livello di concentrazione dell’1%.
Più alta è la concentrazione del sale e meno deve risultare il tempo di esposizione della Koi alla soluzione.
Una concentrazione alta di sale agisce diversamente da una concentrazione di sali realtivamente bassa: l’alta concentrazione di sali causa una pressione osmotica sul pesce poichè il sale cercherà di diffondere all’interno del pesce e l’acqua ad uscirne. Questa pressione agisce come irritante sulla pelle del pesce e causa una infiammazione che determina iperproduzione di muco dove batteri e parassiti rimangono facilmente adesi.
Il sale è conosciuto anche per un effetto diretto sui parassiti.
Se un parassita è posto in una soluzione ipertonica esso subirà l’effetto negativo di una perita di liquidi ed un accumulo di sali. I parassiti hanno un punto isotonico molto più basso di quello dei pesci. Molti parassiti monocellulari sono uccisi già da una concentrazione di sale dello 0,3%, sebbene alcuni, come la trichodina, mostrino una certa resistenza. Parassiti di maggiori dimensioni, tipo i trematodi, possono necessitare di livelli più alti di sale. Parassiti visibili ad occhio nudo come sanguisughe, l’argulus o la lernea necessitano di concentrazioni di sale al limite della tolleranza per i pesci. Generalmente maggiore è la concentrazione di sale e più rapidamente i parassiti muoiono.
I parassiti non sono uccisi solo dal collassamento delle membrane cellulari ma anche da un effetto tossico diretto del sodio. Quando il sodio è assorbito è controbilanciato da corrispondenti quantità di ioni potassio e calcio. Tuttavia in un soluto ad alta concetrazione di sale solo il sodio è particolarmente elevato. Il sodio quindi si accumula in modo non fisiologico provocando la tossicità nella cellula del parassita. Questo è il motivo per cui una concentrazione alta di puro sodio è più tossica di quella seppur maggiore del sale del mare. Infatti in esso sono disciolti innumerevoli altri sali tra cui appunto calcio e potassio.
Altri usi del sale: se il filtro biologico non funziona bene per qualche ragione e si ha un rialzo dei valori di ammoniaca e nitrito allora l’aggiunta di sale nel laghetto può essere estremamente benefico. L’irritazione dell’ammoniaca può essere contrastata dalla iperproduzione di muco e la tossicità del nitrito è neutralizzata dall’anione cloro che compete con l’anione nitrito all’ingresso dalle branchie.
Questa situazione deve rappresentare una emergenza e non un modo facile (ma pericoloso) di gestire la tossicità di un laghetto sbilanciato.
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