La foruncolosi è una severa infezione prodotta da batteri del genere Aeromonas in particolare A. salmonicida. Sono batteri Gram negativi a forma bastoncellare con misura 1-3 μm (lunghezza) e 0,3-1 μm (larghezza).
Non formano endospore, possono crescere a basse temperature ed sono dotati di motilità grazie ai flagelli.
La foruncolosi inizia con la comparsa di piccoli punti rossi (o foruncoli) e si sviluppa rapidamente in bubboni che si aprono in ampie ulcere facendosi strada attraverso i tessuti del pesce. A mano a mano che la malattia progredisce si manifestano i segni della malattia riferiti alla setticemia emorragica: striature rosse sulle pinne e sul corpo, gonfiore, perdita di scaglie, perdita di materiale organico, ascessi ed ulcere.
SINTOMI DI INFEZIONE DA AEROMONAS
Aeromonas e Pseudomonas mostrano spesso gli stessi segni: l’ulcera cutanea si ingrandisce fino ad esporre tessuti e muscolatura, dopodichè subentra la setticemia diffondendosi in tutto il corpo per mezzo del circolo sanguigno. Successivamente i reni vengono privati della loro funzione di osmoregolazione generando la condizione nota col nome di Idropsia.
La Koi successivamente muore entro due settimane a causa del collassamento della funzione dei vari apparati. Molti considerano l’Aeromonas un patogeno opportunistico.
Questo può sembrare una contraddizione in termini, poiché la maggior parte dei batteri che sono chiamati “opportunisti” di solito non causano la malattia a meno che ci siano altri fattori coinvolti, e quelli che sono considerati batteri patogeni provocano malattia indipendentemente da altri fattori. Tuttavia, il termine “patogeno opportunistico” si applica all’Aeromonas in quanto è sempre in grado di produrre malattia se ne è data la possibilità.
Questo batterio è ubiquitario e lo si può anche trovare nel tratto intestinale del pesce.
In situazioni naturali, le infezioni dei pesci con Aeromonas sono un problema minore. Tuttavia, in bacini da allevamento o nei nostri laghetti ornamentali questo batterio è causa di importanti epidemie considerate le inevitabili condizioni di stress a cui le Koi sono sottoposte vivendo in spazi ristretti e circoscritti.
Oggigiorno molti ceppi di Aeromonas sono resistenti agli antibiotici. Questo fatto è dovuto all’abuso di questi che si è fatto per anni da parte degli allevatori. Diventa quindi necessario spesso, soprattutto nei casi più gravi, fare analizzare il tessuto malato per constatarne l’avvenuta infezione.
Tipiche lesioni sulla pella da infezione Aeromonas
PATOGENESI
L’infezione da Aeromonas (Salmonicida e Hydrophila sono i 2 ceppi principali) si genera, come le altre infezioni batteriche da:
– cattive condizioni dell’acqua (rialzi dei valori di ammoniaca, nitriti, nitrati e fosfati, elevata concentrazione di composti organici, oscillazioni del Ph);
– scarsa movimentazione dell’acqua;
– stress (da manipolazioni inadeguate delle Koi, da traslocazione, da sovrappopolazione);
– ferite o abrasioni della pelle;
– parassiti;
– acqua molto fredda (le basse temperature diminuiscono il potere reattivo del sistema immunitario);
– alimentazione inadeguata (eccesso di cibo, carenze vitaminiche).
DIAGNOSI
I pesci infetti da Aeromonas hanno molti sintomi diversi. Questi vanno da morte improvvisa nei pesci altrimenti sani per mancanza di appetito, alterazioni del nuoto, branchie pallide, aspetto gonfio e ulcerazioni della pelle. L’ulcera si può verificare in qualsiasi punto sul pesce e spesso è circondata da un cerchio di tessuto rosso vivo. Altri organi comunemente colpiti da questa malattia sono le branchie, i reni, il fegato, la milza, il pancreas, e il muscolare scheletrico. I sintomi variano molto dal momento che sono a carico di una serie di fattori tra cui la virulenza del ceppo, la resistenza dei pesci alle infezioni, la presenza o l’assenza di batteriemia o setticemia, e dei fattori di stress associati con il pesce.
A causa della variabilità di questi sintomi, la diagnosi di questa malattia basata solo su sintomi è altamente inaffidabile e può essere disastroso il risultato terapeutico adottato senza una precisa diagnosi, che deve necessariamente avvalersi dell’analisi microscopica del tessuto infetto prelevato dal pesce.
Sezione di un rene trattata con paraffina che mostra una necrosi focale e melanina libera (macchie nere) derivante da rottura di melanomacrofagi. Ematossilina ed Eosina 40X
TERAPIA
Quando una Koi mostra i segni dell’infezione va prontamente isolata in una vasca ben ossigenata senza filtro o filtrata solo con lana di perlon, la temperatura va gradualmente alzata sopra i 20°C (fino a 5°C al giorno).
Essendo l’Aeromonas un batterio anaerobico, un aumento della concentrazione di ossigeno e della movimentazione dell’acqua è importante come prevenzione e primo intervento in caso di malattia; come promo approccio terapeutico è consigliato l’utilizzo del protocollo di somministrazione della soluzione combinata di Perossido d’Idrogeno (acqua ossigenata) e Nitrato d’Argento
Terapia Antibiotica
La terapia può essere praticata per bocca mescolando il farmaco al cibo, per bagno prolungato in acqua medicata, o per via iniettiva nei casi più gravi ed in questo caso è utile fare analizzare il tessuto malato per constatarne la sensibilità all’antibiotico prima di agire, dato che l’eventuale inefficacia della terapia non farebbe altro che allungare i tempi di intervento in una malattia che ha più probabilità di essere curata quando si interviene rapidamente.
Il bagno in acqua medicata è un metodo piuttosto controverso e sull’efficienza o il successo non sia hanno dati certi. I problemi associati a questo metodo riguardano la devastazione potenziale per il biofiltro (per il qual fatto è necessaria una cura a pesce isolato) e la presunta mancanza di penetrazione dell’antibiotico all’interno degli organi del pesce anch’essi coinvolti dalla malattia. Gli antibiotici, in questo caso, vanno usati a dosaggi compresi tra i 10 e i 20 mg/L. Il trattamento deve durare per 6-12 ore e deve essere seguito da un cambio parziale dell’acqua del 50%. Sospendere la filtrazione con carbone attivo, lampade germicide e filtro biologico durante il trattamento, e mantenere l’acqua ben aerata. Ripetere il trattamento almeno 3-5 volte. L’utilizzo di alimenti medicamentosi non è efficace come l’iniezione intramuscolare di antibiotico. Dove sono interessati solo pochi pesci, le iniezioni sono la via di prima scelta. Tuttavia, quando un gran numero di pesci è colpito, o non è pratico catturare il pesce ripetutamente, il cibo medicato è il metodo di trattamento elettivo.
Capita spesso che alla fine della cura antibiotica il pesce presenti ancora le ferite che faticano a rimarginare. Questo è dovuto alla sovrainfezione fungina che si fa strada per inefficacia dell’antibiotico usato nella terapia. ecco perchè è sempre necessario associare un antifungino per evitare questa indesiderabile complicazione. L’uso smodato di Tetraciclina degli anni passati ha creato importanti resistenze a questo farmaco per cui il 40% e più delle terapie risultano inefficaci. Le Cefalosporine di terza generazione (Cefotaxime) sono utili nel trattare la sepsi quando questa è complicata dallo Pseudomonas. Tuttavia la sua attività necessita di essere aggiunta a quella degli Aminoglicosidi. La Koi può essere riposta in laghetto quando le ferite saranno completamente rimarginate avendo cura di graduarne il contatto con le nuove condizioni dell’acqua del laghetto (temperatura e Ph soprattutto).
La terapia per bocca si basa sull’uso di due antibiotici:
Terramycin ®, una Ossitetraciclina: 2.5-3.75 g/450 gr di peso di pesce ogni giorno per 10 giorni mecolato al cibo.
Romet-30 ®, una sulfonamide potenziata: 50 mg/kg di pesce al giorno per 5 giorni mescolato al cibo.
La letteratura in merito prevede l’uso di altri tipi di antibiotici con varie modalità di somministrazione sotto elencate:
Ceftriaxone: vedi articolo Rocephin
Aminoclicosidi: (Gentamicina, Tobramicina, Amikacina) sono una categoria di farmaci potenti per curare le infezioni da Aeromonas, ma l’indice terapeutico di questi farmaci è molto ristretto ed oltre quei dosaggi il farmaco appare pericolosamente tossico per le Koi. La resistenza farmacologica dell’Aeromonas agli Aminoclicosidi segue la direzione Gentamicina –> Tobramicina –> Amikacina. Se la malattia resiste a quest’ultimo farmaco non resta che pregare o sperare in un recupero miracoloso. E’ buon senso, onde evitare facili resistenze a farmaci potenti come l’Amikacina, usare inizialmente la Gentamicina per poi eventualmente passare alla Tobramicina e solo dopo alla Amikacina seguendo il seguente schema terapeutico:
Dosaggio Gentamicina: 2,5-7,5 mg/kg ogni giorno (intramuscolo o intraperitoneale) per 3 giorni, quindi ogni altro giorno per 5 dosi totali.
Dosaggio Tobramicina: 2,5-7,5 mg/kg ogni giorno dato intramuscolo o intraperitoneale per 3 giorni, quindi ogni altro giorno per 5 dosi totali.
Dosaggio Amikacina: 5.0 mg/kg dato intramuscolo o intraperitoneale ogni 72 ore per 2-3 settimane.
Dosaggio Cefotaxime: 100-200 mg per Kg ogni giorno (intramuscolo o intraperitoneale) per 5-7 giorni.
Chinoloni: Acido Ossolinico: 10 mg/kg di peso del pesce mescolato nel cibo e somministrato una volta al giorno per due settimane. Dosaggio Enrofloxacina (vedi articolo): 5 mg/kg dato intramuscolo o intraperitoneale ogni 48 ore per 15 giorni; 5 mg/kg per bocca per 10-14 giorni o 0,1% nel cibo da dare alla Koi per 10-14 giorni; 2,5 mg/L sciolto in acqua come bagno per 5 ore da ripetere ogni 24 ore per 5-7 giorni, con il 50-75% di cambi d’acqua tra i trattamenti.
Dosaggio Trimethoprim Sulfamethoxazole: 30 mg/kg dato intramuscolo o intraperitoneale ogni 24 ore per 7-10 giorni, 30 mg/kg per bocca ogni 24 ore per 10-14 giorni o 0,2% nel cibo e somministrato alla Koi per 10-14 giorni.
PROFILASSI
Sembra assurdo ma per prevenire questa malattia bisogna evitare che le Koi se ne ammalino. Infatti data spesso la difficoltà di ottenere buoni risultati con la terapia antibiotica, l’unica via da perseguire, se si vuole salvare almeno la restante parte delle Koi del laghetto è quella di ripristinare immediatamente le migliori condizioni di vita per i pesci. Cura l’acqua e non il pesce: ecco la migliore soluzione per le infezioni batteriche.
ZOONOSI
Infine, si deve ricordare che la malattia trasmessa dal batterio Aeromonas appartiene alle zoonosi, cioè quelle malattie che possono trasferirsi da animale ad essere umano e viceversa. Gli individui sani esposti a questo batterio non hanno rischi elevati di contrarre la malattia. Si deve fare tuttavia attenzione durante la manipolazione di un pesce infetto di non avere lesioni, seppur minime, della pelle in quanto questa è la via preferenziale di ingresso del batterio nel nostro corpo.
Persone che potrebbero essere immunodeficienti o immunoincompetenti come i più giovani, gli anziani, o individui con altre malattie in corso sono a più alto rischio. Una buona igiene personale e adeguate procedure igieniche dovrebbero sempre essere usate per prevenire l’esposizione umana a questa malattia. Queste pratiche includono l’uso di guanti durante la manipolazione dei pesci colpiti, ed attenzione durante le operazioni di taglio o iniezione nel pesce malato. L’infezione da Aeromonas nelle persone di solito riguarda una infezione localizzata, ma è necessario e prudente ricorrere immediatamente al consiglio del medico nel caso si evidenzino dei sintomi a seguito di contatto con pesci malati.
Trattamento di una Koi con infezione da Aeromonas