Cloro, Cloramine e Sodio Tiosolfato

Il Cloro è un agente tossico per la fauna ittica che veniva impiegata massicciamente per la depurazione delle acque municipali.

Oggi che le evidenze scientifiche ne hanno sottolineano il rischio carcinogeno (prodotto dal cloro venuto in contatto con contaminanti dell’acqua) si preferisce l’uso di Clorammina (due molecole di cloro legate ad una molecola di ammoniaca) che risulta essere anche una molecola più stabile in acqua.

L’unico modo per eliminare la clorammina dal laghetto è attraverso l’uso di sodio tiosolfato.

2 Na2S2O3 (5 H2O) + Cl2 = 2 NaCl + Na2S4O6

Una molecola di sodio tiosolfato neutralizza una molecola di cloro.

Il minimo quantitativo di sale e solfato prodotti contribuiscono a migliorare la quantità di elettroliti dell’acqua.

Il sodio tiosolfato ha anche altre positive qualità: neutralizza molecole di acido cianidrico (è tutt’ora usato in campo medico per curare le intossicazioni da cianuro) che si può accumulare nel laghetto ad opera di batteri anaerobici obbligati e può essere usato come rimedio ai sovradosaggi di Potassio Permanganato).

Il cloro è una molecola ossidante, la clorammina invece entra nel circolo sanguigno ed agisce come il nitrito, stimolando la produzione di metaemoglobina.

Quando una molecola di sodio tiosolfato si lega ad una clorammina quest’ultima libera la molecola di ammoniaca.

Nell’acqua vi è comunque una bassa concentrazione di clorammina e l’ammoniaca che si libera subirà, in un laghetto con filtro ben attivato, una immediata trasformazione in nitrito da parte dei batteri Nitrosomonas, successivamente questo verrà trasformato in nitrato dai Nitrobacter e la tossicità dell’ammoniaca sarà così tamponata.

Piccole quantità di ammoniaca in un laghetto sono situazioni del tutto normali e picchi di questa (più o meno pericolosi) si verificano in corrispondenza della somministrazione di cibo ai pesci.

cloro
Cristalli di Sodio Tiosolfato

Se il laghetto presentasse ipoefficienza della funzione filtrante, oppure un pH elevato dell’acqua, allora, il carico di ammoniaca prodotta dalla reazione della clorammina con il sodio tiosolfato, e la trasformazione dell’ammonio (NH4+) in ammoniaca (NH3), per effetto del pH alcalino, si sommerebbe a quello che il filtro non è in grado già di smaltire, provocando, nei casi più gravi, anche il collassamento del sistema.

La durata del sodio tiosolfato in acqua è di 1-2 giorni. Sovradosaggi profilattici sono inutili quanto pericolosi.

Il sodio tiosolfato è relativamente innocuo per le Koi e la misurazione accurata della quantità di dosaggio non è così critica come un potenziale farmaco tossico.

Come regola di massima si scioglie un cucchiaino di questi cristalli in un secchio d’acqua di rubinetto, per ogni 1000 litri di acqua di laghetto da trattare.

Piccoli sovradosaggi del sodio tiosolfato non sono pericolosi, ma 100 volte la dose raccomandata può uccidere i pesci in quattro giorni per la conseguente formazione di acido sulfidrico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Copyright 2020 @ La Gazzetta delle Koi - Sito realizzato da Follie Web Design