Hexamita e Spironucleus

La Hexamitiasi è una malattia causata dal protozoo flagellato intestinale Hexamita. La Spironucleosi è la malattia generata dal protozoo flagellato intestinale Spironucleus.

Entrambe attaccano il sistema digestivo e la parte inferiore dell’intestino dei pesci.

DESCRIZIONE HEXAMITA E SPIRONUCLEUS

Morfologicamente i due protozoi sono molto simili tra loro e presentano 6 flagelli anteriori, usati per il movimento, e due posteriori.

Hexamita misura 6-12 micron mentre Spironucleus 8-14 micron. Spironucleus presenta una forma più assottigliata rispetto ad Hexamita.

Hexamita
Hexamita

Spironucleus
Spironucleus

I sintomi di queste malattie sono spesso confusi con quelli della malattia del buco nella testa dato che questa è solitamente compresente alle altre in un pesce malato. Sono comunque patologie distinte che devono essere trattate separatamente. La malattia parassitaria colpisce sia pesci di acqua dolce che salata.

Alcune specie di pesci di acqua dolce particolarmente suscettibili alla malattia sono i Ciclidi, i Gourami e i Discus, anche se spesso i Ciclidi presentano l’agente patogeno senza la manifestazione della malattia. Koi e pesci rossi sono ugualmente vulnerabili alla malattia. Tra i pesci marini quelli più sensibili alla malattia sono i pesci angelo e chirurgo.

PATOGENESI

Spesso anche pesci sani mostrano la presenza di Hexamita e Spironucleus nelle feci senza tuttavia mostrare alcun segno di malattia. Quando, per motivi riconducibili a svariati stress, il pesce si trovi in una condizione di debilitazione, con calo delle difese immunitarie, allora l’Hexamita e lo Spironucleus cominciano a colonizzare gli altri organi oltrepassando la barriera intestinale, portando il pesce a morte.

I principali fattori di stress sono poi gli stessi che riguardano altri tipi di malattie opportunistiche: bassi livelli di ossigeno, alti valori di nitriti e ammoniaca, sbalzi di temperatura, manipolazioni inadeguate dei pesci, ferite meccaniche, sovrappopolazione, sbalzi di Ph e inadeguata alimentazione.

SINTOMI

Il primo segno di della malattia di solito è che le feci diventano biancastre, viscide e mucillaginose. Durante questa fase di sviluppo della malattia, i pesci possono ancora apparire sani e mangiare normalmente. Quando la malattia progredisce il numero dei sintomi aumenta e spesso è possibile iniziare a vedere anche i sintomi della malattia del buco nella testa. I sintomi della malattia avanzata includono uno scurimento del pesce fino a diventare addirittura nero, il pesce comincia a nuotare all’indietro, a perdere peso e a nascondersi negli angoli o in zone appartate con la testa rivolta verso il basso, il pesce rifiuta il cibo o lo assume per poi risputarlo immediatamente. La malattia attacca il sistema digestivo e può quindi causare carenze di nutrienti nei pesci infetti. La carenza di nutrienti è una delle ragioni che portano alla malattia del buco nella testa.

DIAGNOSI

La diagnosi si basa sui sintomi e sull’evidenza del parassita al microscopio dopo un prelievo di feci biancastre. Esso è osservabile già a 120x tuttavia per differenziarlo da Spironucleus è necessario arrivare a 300-400 ingrandimenti.

Vista al microscopio

DIFFUSIONE DELLA MALATTIA

La malattia diffonde per ingestione di feci infette e qualora, eventualmente, siano presenti i fattori di stress sopra menzionati.

TERAPIA

Oggi i trattamenti più efficaci riguardano il ripristino delle condizioni ottimali dell’acqua con alimentazione arricchita di vitamine e minerali (vitamine C, D e complesso B, calcio, potassio e fosforo). Qualora la malattia sia in una fase poco responsiva al presedio alimentare-integrativo, allora il pesce va isolato in una vasca di quarantena e dato che la malattia è interna, è necessario arrivare con i farmaci internamente.

Il modo più semplice per farlo è quello di mescolare Metronidazolo nel cibo per pesci (25 gr di cibo per 250 mg di Metronidazolo). Evitare di alimentare il pesce con altro cibo non medicato. La cura va protratta per almeno 10 giorni a seconda dello stato di avanzamento della malattia ed interrotta non prima della remissione dei sintomi.

Se la malattia avesse colpito un numero maggiore di pesci o i pesci infetti risultassero incapaci di assumere cibo, o in caso di recidiva, è necessario allora trattare l’acqua. Isolare quindi il pesce, portare la temperatura dell’acqua a 30° gradualmente (non più di 5°C al giorno). Cambiare il 30% di acqua. Somministrare 400 mg di Metronidazolo in 25-30 litri di acqua e ripetere il ciclo per tre giorni.

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