Sono due anni che cerco di testare il Filtro Anossico creato dal Dott. Novak, ma per ragioni commerciali a me sconosciute uno dei principali ingredienti del filtro non è reperibile in Italia, questa è la storia del primo filtro anossico in Italia.
Per la precisione è impossibile trovare il kitty litter, cioè la lettiera del gatto che serve da substrato ai batteri e che necessariamente deve avere determinate caratteristiche intrinseche: porosità e permeabilità.
Conosco da poco Jimmy e ne ho preso contatto dapprima nel forum “Laghetti & Carpe Koi”, poi ad uno scalcinato meeting delle carpe Koi tenutosi in provincia di Milano. Da subito un segno: io e Jimmy veniamo tacciati di terrorismo “koiatico” perchè osiamo esprimere giudizi personali ma composti su quell’evento.Storia del primo Filtro Anossico
Immediatamente Jimmy avverte le potenzialità del filtro e si mette in pista per aiutarmi a trovare il materiale, il quale, dato l’essere questo appunto introvabile, ci costringe a prendere una decisione: approfittando del 18° Koi Show che si tiene in Olanda dal 20 al 22 Agosto 2010 subito dopo la fine della manifestazione ci dirigeremo in Inghilterra dove sappiamo per certo esserci il giusto materiale a noi mancante.Storia del primo Filtro Anossico
Alla spedizione si aggregano anche l’allegro Mastrolelis ed il taciturno, ma amabile Suburbiaok.
La partenza è decisa per il venerdì notte cosicchè, dato il lungo percorso da compiere attraversando la Svizzera, arriviamo là al mattino e ben prima dell’orario di apertura.Storia del primo Filtro Anossico
Riusciamo pure ad incontrare gli unici Italiani presenti alla fiera oltre noi, già visti al meeting milanese.
Le 10 ore del viaggio non hanno logorato le nostre forze. Privi quindi del giusto riposo notturno ci catapultiamo per tutta la giornata nella bolgia degli stands della fiera che pullulano di materiale per laghetti, nonchè di Koi da gara, ma anche parecchio materiale che non vale più del cibo per le meduse.Storia del primo Filtro Anossico
Alcuni dei pesci in gara:
La prima giornata ha una sola sosta in un “rinfresco” al sole cocente delle 16,00, dove servono panini che sono imbottiti di carne avariata dato l’odore ed il sapore che offrono (a Jimmy sono molto piaciuti).Storia del primo Filtro Anossico
La meta serale è in Germania dove, per soli 100 Km in più, mi ritrovo un vecchio amico di Inden che ci riserva una camera nel motel del suo graziosissimo paesello, fatto di case in mattone a vista e deliziosi angoli giardino curati in maniera che da noi sarebbe almeno definita maniacale, dato l’amore ed il buon gusto con cui sono curati.
Una pizza nell’unico ristorante del paese ci separa da un giusto riposo. Sappiamo che la prossima giornata sarà altrettanto piena di emozioni di quella appena trascorsa.Storia del primo Filtro Anossico
La sveglia è per le 8,00 e dopo un saluto al mio amico Walter ed alla sua famiglia, dirigiamo la macchina ad Arcen, sede della fiera. La domenica si presenta maggiormente ricca di persone di tutti i generi ed età, tutti accomunati da un’unica passione (o mania), quella delle Koi.Storia del primo Filtro Anossico
La giornata lascia posto ad un attento giro di tutta la fiera e scopriamo ad Arcen un parco gremito di laghetti e meravigliose fontane. Sono presenti anche animali vari, tutti visionabili dal sito specifico del parco di Arcen. Inutile dire che parte delle foto del viaggio ritraggono appunto questo spettacolo.
A pomeriggio inoltrato, costretti da una fastidiosa pioviggine, facciamo rientro alla fiera adiacente il parco. Sono le ultime ore utili per effettuare acquisti di tutto quel materiale tematico che stranamente in Italia costa sempre almeno il doppio. Le ultime ore disponibili disturbano la concentrazione nella scelta delle Koi, per colpa di una pioggia improvvisa quanto breve. Dopotutto le Koi sono già bagnate, ed in macchina, per noi, abbiamo una salvietta per asciugarci.
E’ il momento di congedarci dai compagni di viaggio Mastro e Subby. Loro fanno ritorno in Italia, mentre io e Jimmy ci spostiamo ad ovest verso il Belgio per arrivare in Francia a Calais dove alle 2,00 della mattina dopo (lunedì) ci aspetta il traghetto che ci porta a Dover in Inghilterra.Storia del primo Filtro Anossico
Il viaggio dura altre 4 ore ma è niente rispetto a quello precedente. Arrivati là ci appisoliamo in macchina nel parcheggio di attesa imbarco. Ci anticipano il traghetto di 2 ore quindi siamo a Dover la mattina alle 2 dopo una accurata perquisizione alla dogana.
Ci hanno chiesto di tutto! Ed io, tanto per farci lasciare andare prima, mi sono messo a spiegare come funzione dettagliatamente il filtro Novak. E’ colpa dei doganieri che hanno voluto sapere perchè ci fermavamo solo 12 ore in Inghilterra, ma anche del mio timore, una volta carichi di confezioni di lettiera, di essere nuovamente fermati alla dogana per sospetto contrabbando o chissà quale altra nefandezza.Storia del primo Filtro Anossico
Con alcune smorfiette allusive ci lasciano andare, interrompendo la brillante esposizione che stavo facendo del funzionamento (ancora ipotetico) del filtro, ma ci correggono l’ora di apertura del centro commerciale, che ospita la nostra amata argilla cotta, alle 7,00 anzichè le 6,00 come riportato sul sito internet.Storia del primo Filtro Anossico
Pochi chilometri dopo Dover troviamo il primo store che intendiamo assaltare. L’insegna riferisce che è aperto 24h ma il parcheggio è vuoto le luci accese e dentro si muovono alcuni omini con scope e pacchi aperti.
Dormiamo fino all’alba sotto una pisciosissima pioggerellina inglese, poi alle 7 ora locale (il fuso orario è indietro di un’ora in Inghilterra) si aprono le porte. La clientela è poca ma, data l’ora, perfino troppa. Troviamo subito la corsia delle lettiere e cibo per animali. Gli scaffali sono gremiti di confezioni da 10 litri esattamente del prodotto che cercavamo.
Li acquistiamo tutti e 23, ed alla cassa suscitiamo un certo interesse che porta la cassiera a chiederci “se avevamo dei gatti”. E’ ancora troppo presto per spiegazioni corrette e precise e rispondo che abbiamo 42 gatti che vivono tutti in casa con noi. La risposta è: Ohhhh my God!!! L’espressione del volto non riesco a descriverla, ma la bocca era accartocciata più a sfintere che distesa a forma di mezzaluna adagiata.
Piove ancora e, dopo un ulteriore assalto ad un altro store per completare il carico, decidiamo di tornare al traghetto. Il ritorno è prenotato per le ore 22,00 e sono solo le 9,30. Da lontano intravediamo quello che da subito ci appare un castello, dato che si trova a Dover, si deve trattare del castello di Dover.
Sta spiovendo allora decidiamo di scattare un po’ di fotografie con quello sfondo. Con meraviglia non diversa da quella avuta per il parco di Arcen scopriamo un’immensa area contornata da mura antiche a strapiombo sulle bianche scogliere già famose, ed al centro un meraviglioso e stupendamente ben tenuto castello medievale la cui storia arriva fino alla seconda guerra mondiale come avamposto strategico per il controllo della Manica. Storia del primo Filtro Anossico
All’uscita ci dirigiamo al Ferry dove ci anticipano nuovamente la traversata. Mangiamo a bordo.
Il pomeriggio soleggiato ci accompagna nuovamente sulla strada per l’Olanda dove abbiamo appuntamento con diversi importatori con i quali siamo in accordi per ritirare le Koi acquistate in fiera. Arriviamo sul confine Olanda-Germania e troviamo, di fortuna, una camera di alberghetto che costa come un 3 stelle, ma dall’odore della stanza capiamo che quelle stelle sono marcite sotto il letto.
Siamo troppo stanchi per fare gli schizzinosi e, dopotutto, i giorni precedenti abbiamo anche dormito peggio in macchina. Cena alla “Pizzeria Roma” dove un’improvvista, prosperosa ed oriunda oste ci fa assaggiare l’unica pizza decente del viaggio.
Sveglia al mattino presto. Colazione “leggera” a base di uova, prosciutto, formaggio, pane, burro e marmellata ci calma i messaggi gastrici fino al pomeriggio quando, carichi come muli, siamo già di ritorno con un arrivo previsto per le 22,30. Il navigatore satellitare non mente e fino a mezzanotte io e Jimmy acclimatiamo le Koi nel nuovo laghetto predisposto ad ospitare (se funzionerà) il PRIMO FILTRO NOVAK ITALIANO.
I giorni seguenti sono dedicati alla predisposizione ed ultimazione del laghetto. Io e Jimmy decidiamo di protocollare l’esperimento in modo almeno accettabilmente scientifico.
Per fare questo partiremo da 2 laghetti con le seguenti caratteristiche:
1) Laghetto di 25 metri cubi con filtro a camere, il meccanico per decantazione (il filtro è lungo 6 metri), mentre negli ultimi 2 è caricato con reti colme di tufo spaccato in piccole pietre di 3-5 cm.
Il laghetto è servito da una pompa di 16.000 l/h ed da una UVC TMC Pro Clear da 55 W. Il filtro è sostenuto della sua funzione dalle piante poste sia direttamente nel laghetto che all’interno del canale-filtro. La fauna comprende 25 Koi adulte di 40-50 cm, 2 tartarughe d’acqua di 20 cm, numerosi (circa 40) pesci rossi adulti e svariate piccole Koi nostrane di 20 cm.
2) Laghetto di 2,20×2,20,1,50h con filtro a camere di 800 litri per un totale di quasi 8 metri cubi di acqua. Il pond non ospita piante, nel filtro sono adagiati 24 cesti biocenosici del Novak disposti in 2 file adiacenti di 6 cesti su 2 piani. E’ dotato di un prefiltro meccanico Sieve Midi ed una pompa da 8.000 l/h. All’interno 15 Koi adulte dai 35 ai 45 cm. Attualmente l’acqua è diventata, col passare dei giorni e per l’azione diretta del sole, verde.
L’idea che abbiamo è quella di:
1) Prendere 4-5 giovani Koi da entrambi i laghetti, misurarle e fotografarle ripetendo l’operazione dopo 2-3 mesi per valutarne le rispettive crescite per ogni laghetto.
2) Monitorare i valori di ammoniaca, nitrati e fosfati e limpidezza dell’acqua.
Se il laghetto fa il suo dovere i valori dell’ammoniaca, del nitrato e del fosfato dovrebbero diventare quasi indosabili. La crescita delle Koi dovrebbe essere maggiore nel laghetto del Novak. La limpiezza dell’acqua deve almeno raggiungere quella dell’altro laghetto servito da lampada UVC.