La Lernea è un parassita della famiglia Lernaedae la cui testa si sviluppa come un’ancora, bloccandosi sotto la pelle dell’ospite per impedirne la sua rimozione.
E’ considerato un “vero” parassita in quanto attacca sia la branchia che tutto il corpo dell’ospite, utilizzandone i tessuti come fonte di cibo, a differenza dei più comuni parassiti che si attaccano al pesce e si nutrono di qualsiasi materia morta (o batteri) capiti loro.
In questo modo la Lernaea provoca immensi danni ai tessuti del pesce.
Anche se nei paesi di tutto il mondo è meglio conosciuta come “anchor worm” (verme ancora) la Lernea non è un vero e proprio verme ma un metazoo appartenente alla classe di genere dei Copepodi, un raggruppamento di piccoli crostacei (legato alle aragoste ed ai granchi) il cui ciclo di vita, straordinariamente complesso ed affascinante, passa attraverso molte fasi di metamorfosi. Da questo metodo di crescita (metamorfosi) nasce la sua necessità di liberarsi, nello sviluppo, della pelle esterna ad ogni aumento di dimensione.
Descrizione della Lernea
La Lernea si presenta con un viraggio di colore che parte dal biancastro (giovane) fino allo scuro (vecchio), raggiungendo circa 5-22 mm di lunghezza. La testa è piuttosto in basso rispetto al resto del corpo ed alle posizioni degli organi di senso (antenna, antennula) e la bocca.
La porzione immediatamente dopo la testa viene modificata in forma di un ancoraggio (da qui il nome di “verme ancora”) usato dal parassita per fissarsi nel corpo del pesce; l’ancoraggio è formato da due coppie di risalti: una coppia ventrolaterale e un’altra dorsolaterale.
Le proiezioni dorsolaterali sono generalmente biforcate, tuttavia, la morfologia delle ancore può presentare delle variabili a seconda della posizione di aggancio sulla Koi.
Il resto del corpo è tubolare. Le gambe sono distribuite sul tronco ed il poro genitale è posizionato nella porzione posteriore dell’animale. Le femmine hanno spesso fissato ai pori genitali due sacche allungate di uova.
Il ciclo di vita
Come abbiamo detto il ciclo di vita della Lernaea è estremamente complesso ed affascinante. Esso è riassunto in questa immagine.
Il modo più semplice per affrontare il ciclo, dal punto didattico, è cominciare dalla sesta tappa della metamorfosi dove entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale e si verifica l’accoppiamento. Il maschio, completato in questa fase lo sviluppo dei testicoli, deposita due sacchi (spermatophorse) sui genitali della femmina per poi morire e terminare così il suo intero ciclo di vita.
Le femmine invece continuano a svilupparsi ed a crescere in lunghezza e spingeranno la loro testa nella carne viva del pesce dove, una volta incorporare, inizieranno a sviluppare le corna cefaliche rendendo così la loro rimozione molto difficile. I sacchi di uova si muovono all’indietro fino alla fine del corpo.
È interessante notare come le femmine, una volta agganciate, non avendo alcun ulteriore bisogno di gambe, restringano queste fino a svanirle, lasciando una forma del corpo snello con i sacchi di uova nella parte posteriore del parassita nella classica forma a Y rivoltata all’ingiù. La Lernaea sarà ora completamente immobile
Il ciclo di vita inizia con il versamento in acqua delle uova mature dove si schiudono entro 24-36 ore. La schiusa delle uova produce piccole forme planctoniche larvali chiamate naupli, di forma ovale, che misurano all’incirca 150 micron di lunghezza.Le femmine sono molto prolificche e possono produrre lotti fino a 250 nauplii ogni due settimane per 16 settimane.
I naupli appena schiusi sono a vita libera (non parassiti) e si sviluppano dopo 2/3 giorni in metanauplii (un pò più grande). Entrambi gli stadi presentano un esoscheletro fatto di una sostanza chiamata chitina.
La prima fase toracica termina dopo circa 2 giorni dalla mutazione in metanauplii, iniziando la fase di sviluppo del primo copepoda. A questo punto il copepoda misura circa 250 micron e possiede due coppe di gambe per nuotare e deve cercare un ospite entro 2/3 giorni o perire. Una volta posizionata sull’ospite la Lernaea muta continuamente fino al quinto stadio ottenendo ogni fase una sezione toracica con un paio di gambe.
Uova, naupli, copepodi, maschi e giovani femmine sono praticamente invisibili ad occhio nudo!
Alla sesta tappa, come abbiamo già detto la Lernaea raggiunge la maturità sessuale, si verifica la copula, il maschi cade dal pesce e muore ed il ciclo di vita ricomincia.
La durata del ciclo varia a seconda della temperatura dell’acqua, andando da circa 25 giorni a 20° C fino a 14 giorni in 35° C. Il ciclo di vita della Lernaea non può essere completato a temperature inferiori a 15° C ed a una temperatura inferiore a 8° C il metamorfismo non può avere luogo, tuttavia, le femmine adulte possono svernare sul pesce e ricominciare la produzione di uova in primavera quando la temperatura dell’acqua sale.
Parassitosi
Come abbiamo visto, la lernea femminile trascorre parte del suo ciclo di vita nella colonna d’acqua (plancton) o “nascosta” nelle branchie o sulla la superficie del corpo del pesci. La diffusione di questo parassita si verifica, quindi, attraverso l’acqua contaminata da naupli o copepodi o per “trasporto del pesce” (adulto di sesso femminile).
Solo la femmina della Lernea parassita le Koi potendosi fissare su tutta la superficie del corpo del pesce compresa la bocca, il naso e gli occhi. Sono, tuttavia, più frequentemente presenti nelle pinne o vicino alle loro basi.
Koi con parassitosi
E’ ipotizzabile una parassitosi da Lernea quando si osservano i seguenti sintomi: Sfregamento frequente; Rossore localizzato; Infiammazione sul corpo del pesce; Piccoli vermi bianchi-verdi o rossi nelle ferite; Difficoltà respiratorie; Letargia generale. La diagnosi è facile in quanto il parassita è così grande da essere facilmente visibile ad occhio nudo ispezionando la Koi.
Nel punto in cui l’ancora penetra nel corpo del pesce ospite vi è sanguinamento ed infiammazione con conseguente necrosi del tessuto circostante. Queste ulcerazioni facilitano l’attacco di agenti infettivi microscopici quali funghi e batteri amplificando indirettamente l’azione patogena di questo parassita. Inoltre le Lernea sono ematofagi (si nutrono di sangue) e, quindi, una delle conseguenze di questo parassitismo è lo sviluppo di una grave anemia.
Trattamento
La rimozione manuale è uno dei modi più sicuri per sbarazzarsi del parassita rimuovendolo con un paio di pinzette facendo però attenzione a non lasciare la testa della Lernaea incarnata nella carne della Koi, in quanto questo porterà ad una sicura infezione batterica secondaria. E’ stato riportato in alcuni siti che tamponando il parassita con permanganato di potassio esso rilasci la sua presa consentendo una facile rimozione. Personalmente non ho mai provato questo, ma lo ritengo estremamente improbabile in quanto la Lernaea non ha alcun controllo volontario sulle proiezioni della testa.
Una volta che la testa e il corpo viene rimosso trattare il sito con Mercurocromo, Betadine o simili.
A volte però il parassita può scavare così profondamente che estraendolo si possono causare ulteriori traumi e quindi è meglio trattarlo in loco insieme a tutto il laghetto. Indipendentemente dalla rimozione manuale, il trattamento dell’intero sistema è necessario per controllare tutti gli stadi del parassita, comprese quelle fasi che sopravvivono lontano dall’ospite.
La schiusa delle uova non si verifica ad una salinità di 8 g/L e lo sviluppo di giovani stadi di vita è impedito se i parassiti sono esposti per almeno 5 -6 giorni a 4,8 g / L.
La Lernea muore per disidratazione quando non è immersa in acqua così che, spostando il pesce in un sistema di quarantena a bagni di sale, è possibile svuotare la vasca per consentire la pulizia e l’essiccazione per almeno 24 ore eradicando sicuramente tutto il laghetto.
Un bagno di 30 minuti con permanganato di potassio a 25 mg / L di potassio ucciderà gli stadi larvali ma gli adulti potrebbero sopravvivere.
L’ alternativa chimica è rappresentata dalla molecola di Diflubenzuron o dal Lufenuron che agiscono entrambe interferendo con lo sviluppo dell’esoscheletro e più precisamente col processo di sintesi della chitina che lo costituisce, causando malformazioni letali alla Lernea.
letteratura: “Koi Health and Disease” – Erik L. Johnson, DVM “Advanced Koi Care” – Nicholas Saint-Erne “Diseases of carp and other cyprinid fishes” – D. Hoole , D. Bucke