Vibrio Anguillarum

La Vibriosi causata da Vibrio anguillarum è una delle malattie dei pesci più diffusa causata da batteri appartenenti al genere Vibrio.

Essa si manifesta con maggior frequenza in pesci d’acqua salata o salmastra ed in crostacei, in particolare nelle acque basse durante inizio primavera e l’autunno, quando le temperature dell’acqua si fanno instabili.

In origine si credeva che i pesci pulitori fossero il naturale sebatorio di V. Anguillarum, e il contatto tra i pesci sembra essere un fattore importante per la diffusione di questo patogeno.

Tuttavia, vi è la prova che V. anguillarum è normalmente presente negli alimenti di colture di pesce selvatico e sano. La temperatura e la qualità delle acque, la virulenza del ceppo di V. anguillarum e lo stress del pesce sono elementi importanti che influenzano l’insorgere di focolai di malattia.

EZIOLOGIA VIBRIO ANGUILLARUM

Il Vibrio anguillarum è un batterio flagellato, Gram negativo della lunghezza di circa 1,5 µm. L’agente causale, di questa malattia è stato descritto la prima volta nel 1909 come l’agente eziologico della ‘peste rossa delle anguille’ nel Mar Baltico. Prima di questo sono state descritte epizoonie in anguille (Anguilla vulgaris), risalenti al 1817 che coinvolgevano un batterio chiamato Bacillus anguillarum. La patologia della malattia e le caratteristiche del batterio in queste due relazioni hanno suggerito che gli agenti eziologici fossero gli stessi.

Il Vibrio anguillarum appartiene ad uno dei gruppi di vibrioni alofili e sopravvive a salinità differenti. Gli studi hanno dimostrato che è in grado di sopravvivere in acqua di mare per più di 50 mesi.

EPIDEMIOLOGIA

Focolai che interessano circa 50 specie di pesci d’acqua dolce e di acqua salata sono stati segnalati in diversi paesi del Pacifico, così come le coste atlantiche. Le perdite prodotte da questa malattia sono così disastrose che il V. anguillarum è stato riconosciuto come uno dei principali ostacoli alla maricoltura salmonicola.

Il Vibrio anguillarum interessa difficilmente i laghetti con le Koi, ma quando lo fa non è il solo agente patogeno presente in quel momento. Il significato di questo sta nel fatto che la malattia attacca più facilmente animali già colpiti da altre patologie aventi una capacità immunitaria fortemente diminuita.

PATOGENESI

La malattia origina, al pari di altre malattie batteriche prodotte da Aeromonas, Flavobatteri, e Vibrio, dalle cattive condizioni dell’acqua, sovraffollamento, stress dei pesci sia di tipo fisico (spostamenti, traslocazioni, ecc.) che di tipo chimico (agenti inquinanti come ammoniaca, nitriti, nitrati, oscillazioni del Ph, ecc.).

Date le premesse è evidente che una completa ed efficiente eradicazione della malattia si otterrà solo dopo l’eliminazione di questi fattori.

SINTOMI E DIAGNOSI

I segni clinici caratteristici della Vibriosi comprendono macchie rosse sulle zone ventrali e laterali del pesce e lesioni cutanee gonfie e scure che ulcerandosi, rilasciando un essudato di sangue. Ci sono anche lesioni corneali, caratterizzate da una opacità iniziale, seguita da ulcerazione e evulsione del contenuto orbitale. Tuttavia, in infezioni acute e gravi, il decorso dell’infezione è rapido, e la maggior parte dei pesci infetti muore senza mostrare evidenti segni clinici.

Effetti del Vibrio anguillarum sul pesce:

La malattia può presentarsi nel pesce con mancanza di appetito, letargia e colorazione più o meno scura della pelle; in alcuni casi si possono notare lesioni cutanee o piaghe bollose sulla pelle; quando la malattia diventa sistemica può causare esoftalmia e idropsia per disfunzione renale. Questi sintomi sono spesso presenti anche in altre malattie provocate da Aeromonas o Pseudomonas, è quindi spesso difficile fare una diagnosi differenziale. Una diagnosi certa, quindi, richiede l’isolamento e la coltura dei batteri.

Evidenza microscopica del flagello di Vibrione:

Vibrio Anguillarum

Immagine al microscopio elettronico di Vibrioni organizzati in piccoli gruppi:

TERAPIA

La terapia si basa su uso di antibiotici mescolati al cibo e somministrati giornalmente

Ossitetraciclina: 100mg/kg di pesce.

Chinolonici: Flumequine a 80mg/kg di pesce. Acido Ossolinico a 60mg/kg di pesce.

Sulfonamidi potenziati (trimethoprim+sulfadiazina): 70mg/kg di pesce.

La malattia spesso esita in recidive.

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